Vi ringrazio tutti, uno per uno!
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Portici di Carta, Grazie a tutti!
Grazie a tutti per i bei due giorni a Portici di Carta! grazie al Centro Interculturale, a Giovanni, Alice e tutti gli altri che hanno organizzato, lavorato e resistito per due giorni a tutti noi; agli allievi , in particolare a Marisa che è il pilastro di tutta la faccenda, Cristina a cui dobbiamo tutti i disegni (da colorare!), a Liesbeth per la pazienza e il poco cinese che abbiamo potuto scrivere, a Marco per il gentil eloquio e a Sara per essersi sorbita me per ben due giorni di fila!
Alberto e Roberta per l’unione yogica degli stand, ma sopratutto, per le caramelle!
Non dimentichiamo tutti voi che siete passati, con cui abbiamo chiacchierato, fatto pratica e scambiato opinioni e esperienze, con chi può, ci vediamo a lezione stasera alle 18, Centro interculturale!
Grazie e a presto!
Lorenzo
Per l’anno sportivo 2018/2019 a Torino e non solo
Buongiorno a tutti,
Buon ritorno
Post pellegrinaggi, post taiji, post bagua, i piedi si preparano al nuovo autunno,
a nuovi pellegrinaggi, a nuovo taiji, a nuovo bagua, a un nuovo cammino.
Così come una volta seduti ci si rialza, dopo la vendemmia si ricomincia.
A presto con i programmi, le proposte e le intenzioni per proseguire, approfondire o inziare a praticare da settembre in poi.
Un abbraccio a tutti e a tutte!
Rukeli, un’altra bella e triste storia
Chi segue il nostro Archivio l’avrà già capito: a noi i nazisti stanno parecchio antipatici. Non solo e non tanto per gli ovvi motivi per cui qualunque essere dotato di cuore, raziocinio e memoria dovrebbe odiarli senza sfumature, ma anche per quella loro capacità inquietante, propria dei cattivi della storia, di tornare e riproporsi, a […]
via Rukeli. Un pugile contro il Terzo Reich — Archivio Roncacci
‘Ah Hell he’s even more punk than me!
Co-evoluzione tecnologica, il mancino zoppo, Serres
Esternalizzati dal corpo, gli artefatti vi ritornano e lo metamorfosano. L’invenzione tecnica ha effetti sull’innovazione umana, strumenti e macchine ominizzano. Questo processo va avanti da millenni, e, rottura dopo rottura accelera o rallenta. Diventiamo continuamente i nostri figli. […] Homo si somatizza e si collettivizza attraverso i propri artifici.
Il mancino zoppo, Serres, Bollati Boringhieri p.132
Al netto dei paroloni, coevolviamo con gli oggetti che creiamo e con la tecnologia che immettiamo nel mondo, essa ci plasma e si plasma sui nostri usi e a sua volta li determina, si e ci migliora. Da notare di sfuggita che qui tecnologia non vuol dire solo pc e realtà virtuale, vuol dire anche scrivere, mungere una mucca, ricavarne formaggio, accendere un fuoco, costruire una casa o una poesia, così come programmare in phyton o vestirsi. Anche se alcune di queste cose ora ci appaiono naturali, quando si sono create erano delle novità assolute, prima non esistevano, e solo allora nellla storia dell’universo è apparso un diverso modo di stare al mondo, con diverse relazioni e priorità.
Non sottovaluterei nemmeno le conseguienze di questa coabitazione nell’evoluzione biologica delle specie, nella convivenza si creano nichie, adatte a rafforzarne l’ecosistema, anche a scapito degli altri. Uomo più cane modifica il mondo più profondamente e lungamente di solo cane e solo uomo. Moltiplichiamo questo per uomini, batteri, cereali, cavalli e cacciaviti e smartphone, avremo così la nicchia umana, che solo-umana non è, è un intero ecosistema di relazioni fondamentali per la sopravvivenza di tutti i suoi componenti. Dove si trova il confine di questa comunità, tanto nel tempo di evoluzione quanto nella quantità di spazio rubato alle altre nichie, o alla coevoluzione tra loro, ancora non è dato sapere, né forse lo sarà mai.
Ma la loro storiografia sembra essere iniziata.
Note a Il celestiale Bidendum, De Crecy
La storia si perde. Troppe direzioni. Si perde anche il non senso. Il tentativo di ricorsività non regge.
Disegni eccezionali.
Edizione curata, ma formato troppo piccolo. Non si legge, si perdono i dettagli del disegno. Io che sono cecato ho fatto fatica fisica a leggere i baloon fino in fondo. Insopportabile. Dove è necessario fate un’edizione dal formato più ampio, e meno economico. Diversamente fate di un’opera degna una fatica mostruosa.
In ogni caso, il mondo è fondato sulla merda di cane.
[note a Nicolas De Crécy, Il celestiale bibendum, 2015, Eris ed.]
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Ora che avete letto queste righe inconcludenti, vi lascio a due commenti seri e interessanti su De Crecy, da Fumettologica:
Marco Apostoli, “Diario di un fantasma” di De Crécy: il viaggio come autoanalisi artistica”
Boris Battaglia, La vastità del resto. Il Celestiale Bibendum di Nicolas De Crécy”
TAIJI WRITINGS FROM THE SHANGHAI YMCA [1929] di Brennan Translation
Per il primo giorno del 2018 una traduzione dal blog Brennan Translation, al momento solo in inglese, una lettura accompagnata ai dovuti auguri di piene forze per poter affrontare un altro nuovo anno.
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– 青年會太極拳班週年特刋 THE YMCA TAIJI BOXING CLUB’S ANNIVERSARY BOOK 民國十八年十二月 上海靑年會太極拳班贈 A Present from the Shanghai YMCA Taiji Boxing Club, Dec, 1929 [translation by Paul Brennan, Xmas, 2017] – 青年會太極拳班週年特刋 The YMCA Taiji Boxing Club’s Anniversary Book 姜乾題 – calligraphy by Jiang Qian – 目錄 CONTENTS 中華民國卿雲國歌 Republic of China National Anthem – “Auspicious Clouds” 程厚坤先生書贈聯句 […]
via TAIJI WRITINGS FROM THE SHANGHAI YMCA — Brennan Translation
Solo chi ha un destino rovina, Battiato spiegato da Calasso
“Solo chi ha un destino rovina”
Da Niente è come sembra, in Il vuoto, Battiato, 2007
Grazie a Calasso che mi ha finalmente permesso di capire questo verso.
Gli eroi omerici non conoscevano una parola ingombrante come << responsabilità >>, e non l’avrebbero creduta. Per loro, è come se ogni delitto avvenisse in stato di infermità mentale. Ma quell’infermità significa qui presenza operante di un dio. Ciò che per noi è infermità per loro è << infatuazione divina >> (àté). Sapevano che quell’invadenza dell’invisibile pertava con sè, spesso, la rovina: tanto che, col tempo àté passo a significare << rovina >>. Ma sapevano anche, e Sofocle lo disse, che << nulla si avvicina di grandioso alla vita mortale senza l’atè>>.
Le nozza di Cadmo e Armonia, Roberto Calasso, 1988 Adelphi, p. 114